Notizie di cronaca sul mondo dei TAXI ed NCC, bandi e links utili

link utili per informazioni sui servizi pubblici

 

AEROPORTO DI BOLOGNA
http://www.bologna-airport.it

FERROVIE DELLO STATO
http://www.ferroviedellostato.IT

TRENI STAZIONE BOLOGNA
http://www.trenitalia.com/

FIERE DI BOLOGNA
http://www.bolognafiere.it/

HOTEL A BOLOGNA
http://www.initalia.it/bologna.htm

MAZZANTI NCC AUTO BLU
https://www.mazzanti-ncc-autoblubologna.com

 

 

NOTIZIE SULLE AUTO PUBBLICHE NON DI LINEA AUTO BLU NCC E TAXI

 

05 gennaio 2018

Bando di Concorso nel Comune di Castelfranco Piandiscò (Provincia di Arezzo)

Rilascio 2 autorizzazioni.  Vedi domanda bando.

 

 

(04 agosto 2017)

TAXI A BOLOGNA AUMENTO DELLE TARIFFE DEL 10%

 

Era da tanto tempo che i tassisti bolognesi richiedevano al comune bolognese un aumento del loro tariffario, fermo ormai da molti anni. E così  al termine dell'incontro con le organizzazioni sindacali, è stata sottoscritta l'intesa.

Sono state concordate tariffe speciali con sconto ai clienti che hanno più di 75 anni, riduzione del 10% nelle domeniche ecologiche, e riduzione per le donne incinta, donne che accompagnano bambini fino ai 12 anni in orario serale/notturno.

 

(21 luglio 2017)

A BOLOGNA LE AUTO BLU VANNO A PEDALI!

 

Nel comune di Bologna, precisamente nella zona centrale ztl di via indipendenza, via Ugo Bassi e via Rizzoli in occasione del T Day che si tiene al sabato e domenica di tutto il mese, il servizio di noleggio con conducente viene svolto con dei risciò, mezzi a pedali per transitare nella zona che pone il divieto a tutti i mezzi pubblici come autobus, taxi, e auto blu. I turisti non sembrano molto entusiasti di non potere scegliere i soliti mezzi ordinari per raggiungere gli hotel in centro, le alternative sono andare a piedi o usufruire di questo nuovo servizio ecologico a pedali.

 

 

(30 giugno 2017 Bologna)

IL SINDACO BOLOGNESE MEROLA DICHIARA: UBER A BOLOGNA NON PASSERÀ.

 

Le protetste dei taxisti sempre più vibranti, hanno fatto dichiarare al sindo di Bologna che il servizio di auto blu a Bologna non sarà concesso alla famosa app di Uber. La dichiarazione è avvenuta in occasione dell'inaugurazione della nuova sede della Cotabo in via stalingrado. L'intenzione del sindaco è quella di garantire la sicurezza e i diritti dei lavoratori e fornire un servizio di qualità ai cittadini.

 

 


- potrete leggere l'articolo per intero direttamente dal sito originario riportato prima del titolo.

 

Uber sbarca a Bologna con Grom       (preso da sito  corriere di Bologna 24 luglio 2015)
Il test oggi con il gelato a domicilio

 

L’azienda di trasporto privato solo per un giorno consegnerà 1.500 cremini

BOLOGNA - Uber sbarca a Bologna con dolcezza. L’applicazione nata a San Francisco, e che in Italia è presente a Roma, Milano e Torino, sarà attiva per la giornata di oggi anche sotto le Due Torri attraverso un’iniziativa promozionale in partnership con le gelaterie Grom. Bologna infatti è l’unica città italiana eccetto le tre citate a ospitare «Uber Ice Cream». Un’auto di piccola cilindrata porterà, a chi ne farà richiesta attraverso la app Uber, ricoperti alla crema a domicilio. A ogni richiesta corrisponderà la consegna on demand di 4 gelati al prezzo di 12 euro, gratis per i nuovi utenti inserendo il codice ICECREAMITA1.

 

L’iniziativa mira «anche a diffondere il verbo di Uber a Bologna, città innovativa, giovane e smart che ben si sposa con la nostra filosofia», non nascondono dalla ditta capostipite della sharing economy. «È un’iniziativa spot, e per ora non è previsto uno sbarco a Bologna, ma non è nemmeno escluso », fanno sapere dall’azienda. Sicuramente la scelta di portare «Uber Ice Cream» nella sola Bologna in una giornata che coinvolge 58 Paesi e le quasi 300 città dove Uber opera nel mondo, è un segnale non trascurabile sotto il profilo strategico. «Uber Ice Cream è il modo Uber di pensare un servizio in continua evoluzione sempre più calibrato sulle esigenze degli utenti», ricorda Benedetta Arese Lucini, general manager di Uber. «Ed essere oggi a Bologna racconta il nostro impegno nel creare nuove alternative di mobilità, ma anche nuovi servizi rendendoli disponibili a quanti più utenti possibile».

Oggi un’auto legata a Uber porterà in giro per la città 1.500 ricoperti, ma in futuro come altrove potrebbe trasportare persone. Uber fornisce un servizio di trasporto automobilistico privato attraverso un’applicazione che mette in collegamento passeggeri e semplici cittadini che possono diventare autisti mettendo a disposizione la loro macchina. Il cliente però paga la corsa con carta di credito a Uber, che a sua volta trattiene una percentuale prima di versare la somma al conducente. Sono note le polemiche e le proteste tra i tassisti e i rappresentanti di Uber (giusto l’altra sera a Roma 200 tassisti hanno preso di mira Benedetta Arese Lucini lanciandole banconote false). Il 9 luglio il tribunale ordinario di Milano ha deciso poi che il servizio UberPop è illegale e dovrà essere sospeso in tutta Italia. Ma l’azienda non demorde. Di recente a New York ha firmato con l’amministrazione De Blasio un’intesa: fornirà una serie di rilevamenti su mobilità e traffico cittadino, ottenendo in cambio lo stop di una legge che avrebbe limitato il numero di licenze ottenibili.

Lo sbarco a Bologna è ancora lontano da venire, ma intanto arriva il battesimo al gelato. Quello di Grom. Scaricando l’app di Uber e cliccando sull’icona del cono gelato si avrà la possibilità di prenotare direttamente a domicilio i nuovi Ricoperti di Grom. «È stato Uber a proporsi a noi — racconta Guido Martinetti, patron di Grom —, e abbiamo aderito con piacere a quest’iniziativa perché il loro servizio è capillare: non è sempre facile portare a casa il gelato, in questo modo si viene incontro anche a quelle fasce d’età, come gli anziani, che faticherebbero a raggiungere la gelateria o a portarsi a casa il gelato». Soprattutto in questi gironi di afa asfissiante. L’occasione è buona per 



Auto blu: l’inchiesta arriva a Muzzarelli  (articolo preso da sito gazzettadimodena 19 febbraio 2015)Le spese dell'attuale sindaco di Modena, allora assessore, e della Giunta Errani sotto la lente della Procura di Bologna. Si indaga per peculatodi Carlo Gregori

 

Entra nel vivo l’indagine della Procura di Bologna sui presunti sprechi per le auto blu della Regione, nata da un esposto dell’ex “grillino” Giovanni Favia , all'epoca già espulso dai 5 Stelle. Il consigliere denunciò un utilizzo delle auto a noleggio "come una macchina di proprietà" attaccando in particolar modo l'allora assessore alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli, ora sindaco di Modena.

La svolta è arrivata nei giorni scorsi, quando la guardia di finanza si è presentata in Regione per acquisire documentazione sull'uso delle auto blu della giunta nella scorsa legislatura, conclusa a luglio con le dimissioni di Vasco Errani. Le “fiamme gialle” stano indagando su delega dei pm Morena Plazzi e Antonella Scandellari e la supervisione del procuratore aggiunto Valter Giovannini, in un'inchiesta per peculato a carico di ignoti, nata, come detto, da un esposto dell'ex consigliere 5 Stelle Giovanni Favia reso pubblico nel giugno scorso.

Favia, all'epoca del “dossier auto blu”, era già stato espulso dai 5 Stelle. Dopo un lungo lavoro di ricerca e un accesso atti che ha sempre lamentato come difficile, in una conferenza stampa Favia denunciò pubblicamente un utilizzo delle auto a noleggio «come una macchina 



 (dal sito sicurauto.it del 3-2-2014) 
Taxi Milano: sciopero contro Uber



A Milano, la primavera scorsa, è scattata l'ora di Uber, l'app tramite cui si richiede l'autista privato che in poco tempo ti raggiunge ovunque tu sia. Si tratta di un servizio di noleggio con conducente (e non di un car sharing, che è un normale noleggio auto). Nato a San Francisco, Uber fornisce un autista personale a chiunque e in qualsiasi momento, solo con il tocco sullo schermo di uno smartphone. Fa da tramite tra il cliente e l'auto. Contro Uber, il 29 gennaio scorso, decine di tassisti hanno indetto una protesta a Milano, accettando le chiamate, ma non presentandosi a destinazione. Le sigle sindacali maggiori si dissociano dall'azione, ma lo sciopero selvaggio ha provocato disagi a Linate e alla stazione Centrale. Il risultato: centralini dei radiotaxi intasati dalle proteste, impossibilità di smaltire nuove corse e disagi per chi arrivava o partiva da stazioni e aeroporti. La maggioranza delle sigle sindacali ha deciso di intraprendere la via della contestazione più istituzionale, con un presidio il 10 febbraio e uno sciopero di 14 ore proclamato con anticipo per il 20 febbraio.

LA PROTESTA DEI TASSISTI - Ma perché i tassisti sono così arrabbiati con Uber? SicurAUTO.it ha sentito Giovanni Maggiolo, rappresentante tassisti Cgil: "È concorrenza sleale, Uber fornisce un servizio uguale a quello dei taxi ma senza avere le opportune licenze; ragion per cui anche varie amministrazioni comunali in cui il servizio è presente (Stati Uniti ed Europa) stanno cercando di fermarlo o di regolarizzarlo. Le vetture non partono dalle rimesse ma dalle strada, in questo modo andando contro la legge 21/1992 che distingue i taxi dai noleggiatori. Il loro cosiddetto tassametro, gestito dalla sola azienda, non è piombato come i tassametri veri e propri, le bilance dei salumieri e tutti gli strumenti di misura utilizzati nel commercio. Inoltre, i driver non devono superare i controlli richiesti ai tassisti". Per Uber, invece, questa non è una compagnia di taxi mascherata per aggirare le regole, ma un'applicazione che favorisce il venirsi incontro di domanda e offerta: la società sottolinea come il servizio funzioni come un sito di aste online, limitandosi a mettere in contatto un compratore e un venditore.

I PREZZI DI UBER - Anche sui costi è guerra aperta. Secondo Maggiolo, "occorre fare la massima attenzione. Sui media, viene detto che il servizio Uber costa in media il 20-30% in più rispetto al taxi, e la metà di un noleggio. Nel momento in cui c'è bisogno di auto, si avvia l'applicazione e si fa richiesta. Dallo smartphone, parte la chiamata e viene inviata l'auto più vicina al luogo da cui è stata fatta la richiesta. Un cosiddetto tassametro fornisce in anticipo un preventivo. In verità, occhio: se l'automobile viaggia in media sotto i 20 km/h si applica una tariffa a tempo, se la velocità è più alta si va a distanza. Una volta giunti a destinazione, c'è l'addebito su carta di credito (alla registrazione si forniscono i dati). Insomma, se non sei d'accordo con il prezzo finale, non puoi farci niente: il denaro ti verrà scalato in automatico sulla carta di credito". A favore di Uber, ci sarebbero molti dei clienti che l'hanno utilizzato, i quali segnalano come la sicurezza del driver venga fornita, di fatto, dai pareri di chi è salito in macchina con loro, e come la fattura sia trasparente. Ma mette in guardia Maggiolo: "Creare un profilo falso è una passeggiata, idem crearne 100 che diano pareri favorevoli a Uber. A New York, fioccano le proteste di chi ha ricevuto batoste terribili da Uber, con tariffe salatissime. Un esempio? Cento dollari per 10 minuti di corsa".

CAVILLI GIURIDICI - Il Comune di Milano ha assicurato che saranno percorse tutte le strade per arrivare a una soluzioni.........................





(da  sassuolo2000.it il 29 lug 2013)


Taxisti in protesta al Marconi di Bologna, Bernardini (LN): “serve legge, Giunta si attivi”

 

 

 

“Al Marconi abusivi e taxisti sono trattati allo stesso modo e dilaga la concorrenza sleale”. E’ la denuncia del capogruppo leghista in Comune e consigliere regionale Manes Bernardini che – nel pieno delle proteste in corso all’aeroporto bolognese – ha presentato una risoluzione urgente in Regione per chiedere all’assemblea di viale Aldo Moro di esprimere “solidarietà a taxisti e conducenti di mezzi a noleggio” e “lo stop ai balzelli medievali da poco introdotti per chi accede al terminal principale”. Bernardini chiede inoltre all’assessore Alfredo Peri un’iniziativa legislativa “in materia di taxi e NCC”. Al centro, in primis, “nuove e potenziate tutele anti-abusivismo, oggi drammaticamente assenti al Marconi”, rileva l’esponente del Carroccio. “Siamo vicini a tutti i professionisti del settore, oggi vessato in maniera incomprensibile dal Comune – dice Bernardini -. Taxisti e Ncc sono costretti a pagare per lavorare e – per giunta – non sono per niente tutelati dall’abusivismo che erode mercato con la sua concorrenza sleale”. “Gli operatori devono oggi fare i conti con una città blindata come Fort Knox, T-days, divieti e labirinti, e da qualche giorno anche con ‘dazi doganali’ per portare i passeggeri al terminal. L’amministrazione comunale st.........................


 

 



 (da  iltempo.it 19/07/2013) Auto blu salve via il taglio alle spese

 

 

Favorite le società controllate dallo Stato Nel decreto Fare «rivista» la spending review

Il taglio del 50% delle spese per le auto blu non si applicherà alle società controllate dallo Stato. Con un emendamento al decreto legge del fare, approvato dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera, vengono cambiate le regole fissate con il decreto legge spending review.

La norma contenuta nel dl 2012 stabiliva che, a partire da quest'anno, le amministrazioni pubbliche e le società dalle stesse amministrazioni controllate «non possono effettuare spese di ammontare superiore al 50% della spesa sostenuta nell'anno 2011 per l'acquisto, la manutenzione, il noleggio e l'esercizio di autovetture, nonchè per l'acquisto di buoni taxi».

Con la norma approvata dalle commissioni si stabilisce che la norma contenuta nella spending review «si interpreta nel senso che le previsioni e i termini ivi previsti non si applicano alle società quotate e alle loro controllate».

Altra modifica alla spending review è lo slittamento di un anno dei termini concessi a Regioni e comuni per recedere dai contratti di affitto, anche in deroga agli accordi stabiliti da contratto. La proposta di modifica interviene sul decreto legge spending review, e in particolare sul capitolo che stabilisce la «razionalizzazione del patrimonio pubblico e la riduzione dei costi per locazioni passive».

La norma contenuta nel dl 2012 consentiva a regioni e gli enti locali di recedere dal contratto, «entro il 31 dicembre 2012, anche in deroga ai termini di preavviso stabiliti dal contratto». L'emendamento approvato dalle commissioni sposta di un anno il termine, portandolo al 31 dicembre 2013.

Un altro emendamento consente comunicazioni telematiche più semplici per i soggetti titolari di partita Iva che vogliono comunicare con l'Agenzia delle Entrate. La proposta di modifica stabilisce che a partire dal primo gennaio 2015 i soggetti titolari di partita Iva «possono comunicare in via telematica all'Agenzia delle Entrate i dati analitici delle fatture di acquisto e cessione di beni e servizi, incluse le relative rettifiche in aumento e in diminuzione».

Gli stessi soggetti, secondo quanto stabilisce l'emendamento, «trasmettono l'ammontare dei ..........

Leonardo Ventura






 

(da taxistory.net  del 22 marzo 2013) Uber, l’ammazza taxi, fine auto blu.

 

 

Dal settimanale Panorama, questo articolo di giornalismo peloso con omaggio finale ai lettori: DUE Ticket da 20 euro per provare Uber .
Nel quartier generale della Uber, al 405 della centralissima Howard street di San Francisco, sono arrivate le telefonate che annunciavano le prime proteste dei tassisti milanesi contro la società che promette «un autista privato alla portata di tutti», qualcuno ha sorriso. «La danza ricomincia» avrà pensato il quarantenne Travis Kalanick, cofondatore e amministratore delegato della società. Perché in quasi tutte le 27 città del mondo dove la Uber ha lanciato il suo servizio, che consente di chiamare con un tocco sullo schermo di uno smartphone una limousine con autista che costa il 20 per cento in più di un taxi ma molto meno di un noleggio con conducente, ci sono state contestazioni.
Tutte, o quasi, finite nel nulla, tanto che la Uber, fondata nel 2009 con un capitale di 200 mila dollari da Kalanick con l’amico Garret Camp, continua a prosperare. Sinora ha raccolto 49,5 milioni di dollari dai più importanti fondi di investimento, da Goldman Sachs a Benchmark, convinti delle sue potenzialità di crescita. Certo che in Italia l’impresa si prospetta non facile. Contro la lobby dei tassisti, attentissima a tutelarsi contro qualsiasi concorrenza, si sono già scornati Pier Luigi Bersani all’epoca dei progetti di liberalizzazione del 2006 e di recente il governo tecnico di Mario Monti: dopo tre mesi di tentativi andati a vuoto, ha mollato il problema nelle mani dei sindaci, rinunciando di fatto a risolverlo. A Milano il progetto Uber è partito in sordina verso la fine di gennaio e dall’8 marzo è entrato ufficialmente in servizio (Leggi in fondo all’articolo come fare per ottenere due buoni da 20 euro per provarlo). «Molti nostri clienti che viaggiano per lavoro in Europa e usano le nostre auto a Londra e a Parigi  ono rimasti stupiti di non trovarle a Milano, una delle capitali della moda mondiale» spiega l’inglese Simon Breakwell, il capo delle operazioni europee della Uber che in passato è stato uno dei registi del lancio del sito di viaggi Expedia in Europa. «In tanti ce lo hanno segnalato e così abbiamo deciso di lanciare Uber anche in Italia: prima a Milano e presto a Firenze e Roma». La squadra italiana della Uber è formata da giovanissimi, quasi tutti bocconiani con master all’estero, guidati da Benedetta Arese Lucini, 29 anni, che ha già lavorato in nove città in tutto il mondo.
Ma come funziona Uber? «Bisogna scaricare gratis la app su uno smartphone (con iOs o Android) e quando serve un’auto basta cliccare sull’icona» spiega Breakwell. «Si apre una schermata sulla quale compare una mappa con la propria posizione e quella delle auto Uber più vicine. Digitato il luogo di destinazione, compare un preventivo di spesa: se date l’ok, in pochi secondi sullo schermo compare la targa dell’auto, la foto dell’autista che verrà a prendervi, il suo numero di cellulare e il tempo di arrivo. Un altro messaggio segnala che l’auto in due minuti è sul posto. A fine viaggio l’autista vi aprirà la portiera e, se il cliente è una donna, l’accompagnerà sino alla porta di casa. I costi sono addebitati sul conto della carta di credito automaticamente, con una ricevuta nella quale oltre al percorso viene indicata ogni voce di spesa. E si dà una valutazione del servizio: se un autista riceve più volte un giudizio sotto le cinque stelle, viene richiamato per un aggiornamento».
Le auto Uber sono tutte Audi, Bmw e Mercedes top level, nere, in perfetto ordine, con autisti in giacca e cravatta che per essere ammessi devono superare una selezione.
La Uber non possiede auto proprie, ma si rivolge alle società di Ncc (noleggio con conducente) o ai «padroncini» che lavorano con il proprio mezzo. «Per loro è una grande opportunità, perché gli consente di usare i veicoli anche durante i tempi morti» chiarisce Breakwell. «L’esempio tipico è quello di un Ncc che alle 14 deve portare un cliente da Milano a Sankt Moritz e tornare a mezzanotte. Per tutta la mattina quindi è libero e, se dà la sua disponibilità accendendo l’iPhone che gli ha dato Uber, può lavorare in città».
Regola inderogabile è che l’autista parta dalla sua autorimessa ogni volta, perché per legge non può prendere passeggeri mentre è in marcia, come invece può fare un taxi. Una volta accompagnato il cliente a destinazione deve mettersi off-line e tornare alla base. Ma è proprio su questo punto che la protesta dei tassisti diventa di fuoco, poiché temono che le regole, fissate dalla legge 21 del 1992, possano essere facilmente infrante e si configuri così una concorrenza sleale.
«I tassisti di Milano sono i quarti nell’Euro-Test sulla qualità del servizio, quelli di Roma sono al 23mo posto su 24 città analizzate» tuona con orgoglio Nereo Villa, segretario della Satam, il sindacato autonomo dei tassisti milanesi. «Ogni anno trasportiamo 150 mila persone che hanno una risposta dal radiotaxi in 12 secondi. Se Uber rispetta le regole va bene. Non sarà mai un nostro concorrente, ma la vigilanza sarà molto attenta». Parole sensate, mediate dall’ufficialità del ruolo, ma il popolo dei tassisti non è così tranquillo. Basta leggere i commenti sui loro blog, come quello di Moro Quattordici che scrive: «Tic tac, tic tac, il tempo sta terminando e la pazienza sta finendo, togliamo le mani dal volante e stringiamo il santo manganello di pura quercia…»; o quello di F.D’A., che commenta così l’arrivo di Uber: «Benvenuti all’inferno (Roma)». E la sera del 7 marzo, quando l’arrivo di Uber a Milano è stato celebrato alla Terrazza Martini, gli ospiti hanno trovato molti taxi a intasare piazza Diaz, mentre aspettavano le loro limousine nere.
Nessun gesto di violenza, neanche un urlo, una protesta silenziosa della quale i sindacalisti dicono di non sapere nulla. Ma Giovanni Maggioli, della Unica Filt Cgil, è convinto che, «se non si arriverà a un chiarimento di questa concorrenza sleale, qualcosa di sgradevole potrebbe accadere. Perché, come molti Ncc, anche questi della Uber possono operare fuori dalle regole e, se i prezzi sono davvero quelli che dichiarano, non possono stare nei costi. Noi con i taxi svolgiamo un servizio pubblico e abbiamo l’obbligo di rispondere alle chiamate, loro no, quindi se le cose stanno così non dovrebbero avere l’accesso alle corsie preferenziali. Possiamo fare tutte





(da unicataxibologna.it – 24 gennaio 2012)

 

LIBERALIZZAZIONI: LA SITUAZIONE DEI TAXI A BOLOGNA

 

PAOLO NATALI, responsabile provinciale del PD ai trasporti

L’attesa ed il clamore attorno al decreto del governo Monti sulle liberalizzazioni, ed in particolare le proteste preventive della categoria dei tassisti (che hanno assunto in alcuni casi caratteristiche francamente inaccettabili) mi hanno indotto, anche per il mio impegno nella segreteria del PD, ad approfondire il tema del funzionamento di questo servizio, del quale mi ero occupato a suo tempo da consigliere comunale.

In particolare ho cercato di capire, in relazione alla specifica situazione bolognese, in quale misura sia necessario, ed a quali condizioni sia possibile, raggiungere, attraverso i provvedimenti varati (art. 36 del decreto governativo ) gli obiettivi generali delle liberalizzazioni: allargare il mercato, eliminare i monopoli, favorire la concorrenza, lo sviluppo e l’occupazione, agevolare i cittadini utenti nei prezzi e nella qualità del servizio senza “castigare” ingiustamente ed inutilmente le categorie professionali interessate.

La conclusione a cui sono giunto sul servizio taxi ed NCC (noleggio con conducente, le cosiddette auto blu) è che il “Regolamento unificato per la gestione sovracomunale degli autoservizi pubblici non di linea con autovettura”, approvato nel 2007 a Bologna, prevede modalità sostanzialmente coerenti con i contenuti del decreto Monti.

Innanzitutto è bene che, al di là di indirizzi generali da parte della costituenda Autorità nazionale dei trasporti, il potere di regolazione di questi servizi resti in mano ai Comuni. Certo c’è il rischio che essi possano lasciarsi condizionare dal peso elettorale di una lobby chiassosa e battagliera, ma solo le amministrazioni locali possono decidere se sia necessario rilasciare un maggior numero di licenze per adeguare l’offerta alla domanda di un servizio che concorre all’organizzazione del sistema di trasporto pubblico locale. Anche sull‘ambito territoriale di validità di una licenza è giusto che decidano i Comuni, in quanto loro è la competenza di pianificazione in materia di traffico.

A Bologna il servizio è organizzato a scala sovracomunale, in base al Regolamento citato, sul territorio del capoluogo e di 11 comuni limitrofi, è svolto da 706 Taxi (609 su Bologna) e 245 Ncc (227 sul capoluogo) ed interessa 5/6 milioni di utenti all’anno, rappresentando circa il 7% della mobilità complessiva.

Dopo le 41 nuove licenze attribuite a suo tempo dalla giunta Cofferati la situazione sembra equilibrata e l’offerta di servizio adeguata alla domanda, che è diminuita a causa della crisi. Non sembra pertanto necessario al momento il rilascio di ulteriori licenze, né tantomeno va eliminato il riferimento al territorio che rappresenta un necessario presupposto per la programmazione. Di fatto i tassisti si distribuiscono tra i 70 (circa) posteggi esistenti sul territorio adeguando le loro presenze alle oscillazioni della domanda nell’arco della giornata nei diversi luoghi, tenendo conto delle punte dovute a manifestazioni fieristiche o ad altri eventi. Attualmente circa i 2/3 dei servizi vengono usufruiti attraverso il radiotaxi. E’ anche possibile prendere un taxi “al volo” se la cosiddetta “civetta” del mezzo risulta accesa.

Naturalmente il Comune dovrebbe monitorare costantemente la relazione tra domanda ed offerta, promuovendo attraverso l’apposita Commissione consultiva mista, gli eventuali necessari adeguamenti organizzativi (turni ed orari).

C’è poi l’importante capitolo “tariffe” che sono (quelle dei Taxi) determinate amministrativamente e sottoposte periodicamente a revisione in base ad indici standard. Di fatto, pertanto, laconcorrenza sui prezzi tra i tassisti (che fanno riferimento a due organizzazioni cooperative, COTABO e CAT, che gestiscono il radiotaxi) è inesistente (il taxi non lo si sceglie ma si prende il primo della fila al posteggio o quello che arriva col radiotaxi). Teoricamente praticabile, invece, la concorrenza per quanto riguarda il trasporto a Ncc, dove operano due società (COSEPURI e SACA),  a cui è possibile chiedere un preventivo e dove le tariffe sono liberamente determinate.

Le tariffe dei taxi sono fisse ed esposte all’interno dei mezzi e comprendono la quota di partenza (la cosiddetta “spostata” che compensa l’operatore per il viaggio di ritorno a vuoto dalla precedente destinazione), gli eventuali supplementi notturni, festivi, bagagli e la quota oraria (se il viaggio avviene con lentezza) o chilometrica (per percorsi rapidi). Comunque la percezione dei cittadini è quella di un servizio troppo costoso, per ricchi, a cui si ricorre quando proprio non se ne può fare a meno.

Credo a questo proposito che potrebbe essere utile da parte della categoria una pubblica campagna d’informazione rivolta all’utenza potenziale, unita alla proposta di convenzioni e ad iniziative di sconto e di facilitazione per determinate categorie (taxi rosa ecc.) o condizioni. Ridurre i prezzi ed allargare il mercato potrebbe risultare conveniente anche per i tassisti oltre che per gli utenti. Così come prevedere modalità di servizio collettivo a prezzo ridotto per zone non servite dal trasporto pubblico locale come il territorio rurale a nord del capoluogo.

Il taxi collettivo, rivolto a più persone che effettuano il medesimo percorso (ad es. Fiera-Stazione) a prezzo scontato è già previsto ed organizzato dagli stessi tassisti, ma risulta assai poco utilizzato............







(Giovedì 19 Gennaio 2012 - Studio della Cgia di Mestre sui quattro maggiori paesi europei)

 

I costi di gestione di un’auto pubblica in Italia sono i più alti d’Europa ncc taxi noleggio con conducente

 

I costi di gestione dei taxi italiani sono i più elevati tra i grandi paesi dell’Unione Europea: il gasolio per autotrazione costa quasi il 16% in più, il peso della pressione tributaria (ovvero, le  imposte, le tasse ed i tributi sul Pil) è superiore di 3 punti percentuali; l’assicurazione dell’autovettura costa addirittura il 58% in più; mentre l’aumento medio del listino prezzi delle autovetture registrato nell’ultimo anno è stato superiore del 2,7%.
A denunciare questa situazione è la Cgia di Mestre che ha preso in esame quattro voci di spesa che incidono non poco sull’attività di un taxista.
I confronti sono impietosi soprattutto quando la comparazione avviene con la Germania: i taxisti italiani pagano 0,246 euro in più un litro di gasolio; 6,4 punti percentuali in più di tasse; 185 euro in più all’anno per  ssicurare l’automezzo.
In merito alle motivazioni che hanno portato la categoria dei taxisti a manifestare duramente  contro il Governo Monti, il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, ha affermato che “tutti i processi di liberalizzazione dovrebbero avere come obiettivo la riduzione dei i costi a carico dei consumatori e migliorare le condizioni generali di mercato. In queste ultime settimane, invece, ci è parso di capire che la deregolamentazione cui il Governo darà luogo nei prossimi giorni, verrà usata come strumento per ‘colpire’ alcune categorie di operatori economici che non godono di un particolare consenso presso l’opinione pubblica. Possibile che i problemi dell’economia italiana siano i taxisti, i proprietari dei chioschi lungo le spiagge, gli edicolanti e i farmacisti?” Per Bortolussi “è pur vero che da qualche parte bisogna pur cominciare, ma perché iniziare dalla ‘coda’ se è palese a tutti che bisogna intervenire sulle assicurazioni, sulle banche e sul settore energetico?”
La discussione sulla liberalizzazione delle licenze per taxi passa dalla piazza a Palazzo d’Accursio (Il Resto del Carlino – Bologna, 10 gennaio 2012)

Assessore Nadia Monti, lei cosa ne pensa della proposta del Governo?
«È chiaro che se ci sono più taxi per strada, il servizio costa meno. Questa è una legge del mercato».
Ma i tassisti dichiarano che le tariffe per le corse sono decise direttamente dal Comune…
«C’è sempre una concertazione tra le cooperative e il Comune». .......................



 


(da unicataxibologna.it – 20.10.2011)

 

AUTO BLU, NOLEGGIO CON CONDUCENTE BOLOGNA, TAXI.

 

I clienti scarseggiano e la pedonalizzazione promessa dal sindaco Virginio Merola rischia di peggiorare ancor più la situazione, ma la vera piaga per tassisti e auto blu a Bologna sono gli ‘abusivi’, ovvero le tante macchine che prendono la licenza in un altro Comune ma poi si presentano tutti i giorni a esercitare sotto le Due torri. “Sono il 30%, offrono un servizio di scarsa qualità, non danno garanzie di nessun tipo e ci fanno concorrenza sleale, eppure non ci sono controlli”, denunciano oggi in Comune i vertici di Cat, Cotabo, Cosepuri e Saca, quattro tra le maggiori sigle di tassisti e Ncc bolognesi invitati in commissione Mobilità per raccontare problemi e necessità del settore. Quel che e’ peggio, però, e’ che gli abusivi vengono facilitati nella concorrenza sleale da “portieri d’albergo complici a cui allungano una percentuale, in modo tale che chiamano loro e non noi, tra l’altro facendo spendere di più al cliente”, dice Gino Onofri presidente di Cosepuri. “Il fenomeno e’ conosciuto a tutti e riguarda l’80% degli alberghi ‘bene’”. Come arginare la piaga delle auto a noleggio abusive? I tassisti ci provano da tanto tempo: un tentativo e’ stata la campagna pubblicitaria del ‘bollino blu’ (una sorta di etichetta di riconoscimento di tassisti e auto blu autorizzate), che non ha però centrato l’obiettivo. La cosa non e’ affatto semplice, anche perché di fatto un’auto a noleggio può entrare in territori comunali diversi da quello della licenza, quello che non va e’ che questo avvenga tutti i giorni. Cat, nel maggio scorso, e’ passata alle maniere forti e ha presentato una denuncia in Procura, spiega il vicepresidente Ermanno Simiani. “Abbiamo segnalato il problema e consegnato le fotografie di 140 targhe abusive, speriamo che presto si muova qualcosa”. In attesa che il fronte giudiziario porti risultati, le associazioni dei tassisti sperano che anche il Comune possa fare qualcosa, come hanno spiegato questa mattina. Un’idea potrebbe essere quella di modificare il sistema di ‘registrazione’ che Palazzo d’Accursio di taxi ed Ncc, propone Onofri di Cosepuri, azienda che può contare su circa 280 auto blu tra città e provincia e si trova a dover fare i conti con “circa 120 concorrenti abusivi”. Al momento, a Palazzo D’Accursio esiste una “banca dati permanente, in cui le targhe di auto di tassisti e auto blu vengono registrate e man mano aggiunte”, spiega Onofri. Questo archivio comprende tutte le targhe che per un qualche motivo hanno girato sul territorio sovracomunale (Bologna più 12 Comuni della provincia), ma non e’ prevista nessuna verifica sui movimenti. “Si potrebbe pensare di istituire un meccanismo per cui un taxi che una licenza esterna sia tenuto a comunicare, con una telefonata o una mail, quando deve venire a Bologna”, propone Onofri. “In questo modo si vedrebbe se uno viene un giorno perché deve accompagnare un cliente da Milano oppure viene tutti i giorni sotto le Due torri anche se la sua licenza e’ riferita a un paesino del ferrarese”. La commissione mobilità andrà a fondo sulle questioni sollevate dai tassisti: l’udienza conoscitiva di stamattina, richiesta da Michele Facci del Pdl, e’ solo “il primo di .........






(Corriere di Bologna – 28.5.2011)

 

Basta auto blu per gli assessori. Merola: solo Panda a metano.

 

D’ora in poi per le missioni saranno utilizzati i mezzi «verdi» già in dotazione al Palazzo

Il sindaco Virginio Merola vieta ai propri assessori l’uso delle auto blu per le missioni interne al territorio comunale: i nuovi componenti della giunta viaggeranno a bordo delle cinque Panda bianche a metano che sono attualmente a disposizione di Palazzo d’Accursio, ovviamente a rotazione e a seconda delle esigenze di ognuno. Naturalmente il divieto verrà sospeso nel caso di missioni fuori provincia perché per fare viaggi lunghi la cosa si farebbe un po’ complicata.

Di sicuro cinque auto blu in meno in giro per il centro storico non contribuiranno ad abbassare le polveri sottili che inquinano l’aria di Bologna, il cui livello è innalzato tra l’altro anche dal traffico della tangenziale e dell’autostrada e da altri agenti inquinanti, ma di sicuro sono un formidabile messaggio simbolico rivolto alla cittadinanza.

Il sindaco ha comunicato l’intenzione di far girare gli assessori con le Panda a metano del Comune nella sua primissima riunione informale di giunta poco prima della presentazione ufficiale alla stampa e a quanto si apprende non ci sono state obiezioni di sorta. Nelle giunte precedenti, gli assessori avevano sempre avuto a disposizione la possibilità di noleggiare un’auto blu e in alcuni casi questa possibilità veniva addirittura utilizzata anche per brevi spostamenti tra il Comune e la sede della Provincia a Palazzo Malvezzi che dista poche centinaia di metri. In teoria il divieto vale per tutti, sindaco compreso che ha promesso di viaggiare o in autobus o in bicicletta, ma è facile immaginare che in certe occasioni Merola si concederà qualche eccezione.

La disposizione sul divieto di utilizzo delle auto blu deve essere messa chiaramente in relazione con la scelta di togliere i pass per il centro storico ad assessori e consiglieri comunali e di trasformare l’attuale area adiacente al cortile del Pozzo in un’area pedonale. Qui i numeri delle auto che circoleranno in meno cominciano a essere un po’ più significativi ma di certo anche in questo caso non si tratta di una riduzione che possa influire sulla qualità dell’aria. Ancora una volta siamo di fronte a un messaggio che ha invece un forte significato simbolico. Quando si andranno a chiedere sacrifici ai cittadini sui loro spostamenti sarà più facile presentarsi alla guida di una Panda a metano e senza il .............

Olivio Romanini